FESTIVAL FARE MEMORIA
La Fondazione Filosofi lungo l’Oglio, ha inserito nelle sue attività annuali, una sezione invernale dedicata alla Shoah, denominata Fare memoria. Come è elemento costitutivo del nostro Festival estivo, la rassegna, è fedele al binomio luogo-pensiero e al format di un circuito itinerante e, dunque, di una cultura radicata sul territorio. Con questo ciclo la Fondazione Filosofi lungo l’Oglio intende confermare il fatto di rimarcare l’ineludibilità del fare memoria per la coscienza collettiva, per le nuove generazioni, per le inevitabili sfide che pone l’ingresso nell’era della post memoria, quella in cui i testimoni oculari dell’orrore se ne stanno andando, ad uno ad uno, lasciandoci un imperativo, che suona quasi come una preghiera: «Non dimenticate». Un monito questo che diviene per tutti noi un imperativo categorico improcrastinabile e che trova tutta la sua forza e la sua sorprendente attualità nella seconda formulazione che ne diede Kant: «Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona come nella persona di ogni altro, sempre anche come un fine e mai unicamente come un mezzo». E la consapevolezza che l’uomo, come scrisse il filosofo di Königsberg, sia «un legno storto» non può non pungolare le nostre coscienze e farci sentire, in certo senso, obbligati a fare concretamente qualcosa per impedire che ciò che avvenuto possa accadere ancora, tanto più in una temperie culturale come la nostra ove lo straniero non cessa di essere stigmatizzato, le minoranze pagano la loro diversità con il sangue, mentre i venti minacciosi del negazionismo tentano di spingere nell’oblio la memoria della brutalità di cui può macchiarsi l’uomo nella tracotanza del suo egoismo e della sua diuturna volontà di potere.
REMEMBRANCE FESTIVAL
The Oglio Philosophers’ Foundation has included in its annual activities a winter section dedicated to the Holocaust, named Remembrance. As it is a constitutive element of our Summer Festival, the exhibition is faithful to the binomial place-thought and the format of an itinerant circuit and, therefore, of a culture rooted within the territory. With this cycle the Oglio Philosophers’ Foundation intends to confirm the observation of the inevitability of remembrance for the collective consciousness, for the younger generations, for the inevitable challenges posed by the advent of post-remembrance, one in which eyewitnesses of the horror are departing, one by one, leaving us with an imperative, almost like a prayer: “Do not forget.” This reminder becomes a categorical imperative for all of us, and it finds all his strength and remarkable relevance in Kant’s second formulation: “Act in such a way that you treat humanity, whether in your own person or in the perso of any other, never merely as a means to an end, but always at the same time as an end.” And the knowledge that man, as the Königsberg philosopher wrote, is “crooked timber” cannot goad our consciences and make us feel, in a sense, forced to actually do something to prevent what happened from happening again, especially in a cultural climate like ours where the foreigner does not cease to be stigmatised, minorities pay for their diversity with blood, while the threatening winds of denial strive to push into oblivion the memory of the brutality which can taint man in his arrogance and selfishness and his constant will to power.
Altro...
FARE MEMORIA AL FEMMINILE. LE DONNE RACCONTANO LA SHOAH.
Dal 3 febbraio all’8 marzo, in provincia di Brescia, la Fondazione Filosofi lungo l’Oglio promuove un ciclo di incontri per non dimenticare l’Olocausto.
Con Anna Foa, Paola Fargion, Paola Vita Finzi ed Elena Ottolenghi, Tatiana e Andra Bucci.
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con l’adesione del Prefetto di Brescia e con il Patrocino dell’Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia e della Provincia di Brescia, nonché degli enti ospitanti prende il via la IV edizione del Festival Fare memoria.
«Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona come nella persona di ogni altro, sempre anche come un fine e mai unicamente come un mezzo».
«Spinto dalla sete, ho adocchiato, fuori di una fnestra, un bel ghiacciolo a portata di mano. Ho aperto la fnestra, ho staccato il ghiacciolo, ma subito si è fatto avanti uno grande e grosso che si aggirava là fuori, e me lo ha strappato brutalmente. – Warum? – gli ho chiesto nel mio povero tedesco. – hier ist kein Warum (qui non ci sono perché) – mi ha risposto, ricacciandomi dentro con uno spintone». Se questo è un uomo, Primo Levi
«Ho voglia di gridare, di urlare. Come un pazzo. Ho voglia di diventare pazzo. Come i miei due amici, i patiti di Dio, che hanno perso la ragione su un campo di battaglia disseminato di sogni e di sognatori mistici: amici miei, che ne è ora del Messia?». E. Wiesel, Tutti i fiumi vanno al mare