Umberto Curi - Una leggenda da sfatare: Don Giovanni seduttore
Mercoledì 19 giugno vi aspettiamo alle 21:00 a Caravaggio nel Chiostro di S. Bernardino, viale Papa Giovanni n. 17 (in caso di maltempo: Chiesa parrocchiale Ss. Fermo e Rustico Mm, piazza Santi Fermo e Rustico) per la Lectio di Umberto Curi - Una leggenda da sfatare: Don Giovanni seduttore.
Abstract«Il dongiovannismo non è concepibile se non come «fase suprema» dell’ateismo.» Don Giovanni percorre la modernità con la tracotanza dell’eroe eponimo dell’erotismo seriale e insaziabile. L’appellativo comune ricalcato su di lui qualifica l’amatore compulsivo, il donnaiolo senza requie, l’agonista del corteggiamento che aggiorna di continuo il proprio medagliere. Ma un simile stereotipo di sfrenatezza sessuale è in gran parte dovuto all’equivoco in cui sono rimaste intrappolate le tradizioni interpretative che a lungo si sono cimentate con la figura di Don Giovanni. Finissimo indagatore della vitalità dei miti antichi, Umberto Curi qui riequilibra nettamente il profilo di quello che giudica il mito più emblematico degli ultimi secoli, restituendogli la pregnanza teologica e filosofica rimasta occultata per l’eccesso di enfasi sulle prodezze carnali. Solo se lo si libera dalle strettoie del paradigma seduzione/dannazione, si riesce infatti a decifrare l’enigma delle tre versioni principali – le pièces secentesche di Tirso de Molina e di Molière e il «dramma giocoso» di Mozart-Da Ponte – che mettono in scena Don Giovanni: l’asimmetria tra la colpa che gli si imputa e la pena atroce a cui viene condannato. Sia che perverta l’amore in inganno, e schernisca così il caposaldo della religione cristiana (Tirso), sia che concepisca la conquista femminile come continuazione della guerra con altri mezzi (Molière), sia che recuperi attraverso la musica la cupa grandezza di cui lo priva un libretto poco sulfureo (Mozart - Da Ponte), Don Giovanni non può sottrarsi all’invarianza di una fine che lo precipita tra le fiamme dell’Inferno proprio in quanto dis-soluto, ossia sciolto da ogni vincolo con la trascendenza divina, prima che con i costumi degli uomini. Lo «spirito forte» che ha osato oltraggiare la sacralità della morte nella sfida al Commendatore non avrà scampo. Ecco la colpa irredimibile, che secondo Curi affiata il mito di Don Giovanni alla modernità più di qualsiasi riduzione «erotica».
UMBERTO CURI
Professore emerito all’Università di Padova, Umberto Curi è stato docente presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e visiting professor presso l’Università della California e di Boston. Tiene conferenze nelle maggiori università europee, nordamericane e sudamericane ed è Presidente della giuria del Film festival di Siloe. Ha diretto, per oltre vent’anni, la Fondazione culturale «Istituto Gramsci Veneto» ed è stato membro del Consiglio Direttivo della Biennale di Venezia. Nei suoi studi si è occupato della storia dei mutamenti scientifici per ricostruirne l’intima dinamica epistemologica e filosofica. Più di recente, si è volto ad uno studio della tradizione filosofica imperniato sulla relazione tra dolore e conoscenza e sui concetti di logos, amore, guerra e visione. Tra i riconoscimenti conseguiti spiccano: il «Premio Capalbio», il «Praemium Classicum Clavarense», il «Premio Nazionale Frascati» e il «Premio Cilento per la critica». Nel 2018 gli è stato conferito il «Premio internazionale di filosofia/ Filosofi lungo l’Oglio. Un libro per il presente» con il testo Straniero (Raffaello Cortina Editore 2010). Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: La cognizione dell’amore. Eros e filosofia, Feltrinelli 1997; Polemos. Filosofia come guerra, Bollati Boringhieri 2000; Lo schermo del pensiero. Cinema e filosofia, Raffaello Cortina Editore 2000; Il farmaco della democrazia. Alla radice della politica, Marinotti Edizioni 2003; La forza dello sguardo, Bollati Boringhieri 2004; Un filosofo al cinema, Bompiani 2006; Terrorismo e guerra infinita, Città aperta 2007; Meglio non essere nati. La condizione umana tra Eschilo e Nietzsche, Bollati Boringhieri 2008; Miti d’amore. Filosofia dell’eros, Bompiani 2009; Via di qua. Imparare a morire, Bollati Boringhieri 2011; Leggere l’«Introduzione del ‘57» di Marx, Ibis 2011; Passione, Raffaello Cortina Editore 2013; L’apparire del bello. Nascita di un’idea, Bollati Boringhieri 2013; La porta stretta. Come diventare maggiorenni, Bollati Boringhieri 2015; I figli di Ares. Guerra infinita e terrorismo, Castelvecchi 2016; La brama dell’avere (con S. Chialà), Il Margine 2016; Le parole della cura. Medicina e filosofia, Raffaello Cortina Editore 2017; Filosofia del Don Giovanni. Alle origini di un mito moderno, Bollati Boringhieri ed. ampliata nel 2018; Veritas indaganda, Orthotes 2018; Il colore dell’inferno. La pena tra vendetta e giustizia, Bollati Boringhieri 2019; Film che pensano, Mimesis 2020; Fedeli al sogno. La sostanza onirica da Omero a Derrida, Bollati Boringhieri 2021; La morte del tempo, il Mulino 2022. La sua ultima fatica: Parlare con Dio. Un'indagine fra filosofia e teologia, Bollati Boringhieri 2024.
Caratteristiche dell'evento
Inizio evento | Mercoledì 19 Giugno 2024 | 21:00 |
In caso di maltempo | Chiesa Parrocchiale Ss. Fermo e Rustico Mm. Piazza Santi Fermo e Rustico |
Info | Evento libero e gratuito, senza necessità di prenotazione. |
Luogo | CARAVAGGIO - Chiostro di San Bernardino |